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Immagine del redattoreFarmacia Giglioli

Farmaci e sole: a cosa dobbiamo fare attenzione?



Negli ultimi anni si sta registrando un incremento dell’incidenza di reazioni di fotosensibilità dovute a farmaci sistemici o topici, profumi, cosmetici o piante medicinali. A ciò si aggiunge anche la riduzione dello strato di ozono con conseguente incremento delle radiazioni UV.


La luce ultravioletta (UV) è l'energia di radiazione emessa dal sole sotto forma di onde luminose invisibili. Solo le radiazioni UVA e UVB riescono a raggiungere il suolo terrestre. I pazienti possono essere sensibili ad un tipo di luce solare (cioè solo ai raggi UVB, agli UVA o alla luce visibile) o ad una più ampia gamma di radiazioni. La fotosensibilità più comune è quella che si presenta a causa dei raggi UVA.


Fotosensibilizzazione e farmaci

Con fotosensibilizzazione indotta da farmaci si indica la proprietà di un farmaco di rendere la cute di un paziente più sensibile all’azione nociva dei raggi UV della luce solare. Le manifestazioni cliniche di queste reazioni sono varie e simili a quelle di una intensa scottatura solare (comparsa di eritema, edema, papule, con eventuale formazione di vescicole), solitamente limitata alle aree del corpo maggiormente esposte (l’apice delle orecchie, il naso, le guance, la nuca, gli avambracci e il dorso delle mani). In alcuni casi la reazione si può estendere a tutto il corpo. La fotosensibilità da farmaci può essere suddivisa, in base ai i meccanismi biochimici sottesi e il fenotipo di reazione, in reazioni fototossiche e reazioni fotoallergiche

Reazioni fototossiche

Le reazioni fototossiche, più comuni, sono causate dal danno cellulare dovuto ad un medicinale e tendono a manifestarsi poche ore dopo l'esposizione al sole. La luce reagendo con alcune componenti dei farmaci produce delle sostanze chimiche tossiche per le membrane cellulari e il DNA. E’ di tipo dose-dipendente. Il quadro clinico varia da lievi bruciature a ustioni più estese e iperpigmentazione, è simile ad un'esagerata scottatura solare. Il rash cutaneo è limitato alla zona colpita dalle radiazioni e la reazione si risolve spontaneamente una volta interrotta l’assunzione del farmaco.


Reazioni fotoallergiche

Il termine fotoallergico si riferisce a quando le radiazioni ultraviolette trasformano il farmaco in un antigene che scatena una reazione allergica che si manifesta con l’infiammazione della pelle nelle zone esposte alla luce. È una reazione immunologica cellulo-mediata (tipo IV) dovuta all’attivazione da parte della luce di sostanze chimiche contenute nei farmaci. L’aspetto è quello delle manifestazioni cutanee tipiche dell’orticaria caratterizzate da arrossamento e desquamazione o da vesciche e macchie. Questo tipo di risposta si può verificare anche dopo aver terminato l’assunzione del farmaco e si può trovare anche in zone non esposte al sole. La risposta è ritardata (dopo 24-72 ore). Il quadro clinico comprende una dermatite eczematosa.

È importante sottolineare che non è possibile distinguere chiaramente se una reazione è di tipo fototossico o fotoallergico, inoltre uno stesso farmaco può rendersi responsabile di entrambe le reazioni.

Farmaci responsabili

Fra i farmaci che possono causare fotosensibilizzazione per via orale i più comuni sono:

  • Antibiotici appartenenti al gruppo delle tetracicline, dei sulfamidici e dei chinolonici (ciprofloxacina e levofloxacina), azitromicina;

  • Cardiovascolari: captopril, sotalolo, nifedipina;

  • Anticoncezionali orali (pillola);

  • Chemioterapici: 5-fluorouracile, vinblastina;

  • Antistaminici: difenidramina; • Antidiabetici: gliburide;

  • Statine: simvastatina;

  • Diuretici: furosemide, idroclorotiazide;

  • Antimicotici come la griseofulvina, l’itraconazolo e il ketoconazolo;

  • Cortisonici;

  • Farmaci per la cura dell’acne come il benzoil perossido e i retinoidi, in particolare l’isotretinoina;

  • Inibitori di pompa protonica (omeprazolo);

  • Antinfiammatori FANS (ketoprofene, diclofenac,ibuprofene, naprossene)


Fra i farmaci che possono causare fotosensibilizzazione per via topica i più comuni sono:

  • Antiacneici: benzilperossido;

  • Antistaminici: prometazina;

  • Iperico o erba di san giovanni;

  • Benzocaina;

  • Antinfiammatori FANS per uso topico che rappresentano una categoria di particolare interesse, soprattutto alla luce delle numerose pubblicazioni da parte dell’AIFA sull’uso di ketoprofene per via topica per gli eventi avversi di fotosensibilità;

  • Oli essenziali di bergamotto, cedro, lavanda.


Rimedi

Come porre rimedio? La scomparsa della fotosensibilità si può verificare sia con una protezione dalle radiazioni interessate che con la sospensione del farmaco o dell’agente scatenante. La seconda opzione è certamente preferibile. Tuttavia, mentre è molto semplice evitare l’uso di profumi, lozioni, deodoranti prima di esporsi al sole, lo stesso non si può dire per i farmaci che, il più delle volte, non si possono sospendere. In questo caso le misure profilattiche da adottare devono prevedere:

– evitare il più possibile l’esposizione alla luce solare, soprattutto nelle ore di più intensa irradiazione ultravioletta (tra le 10 del mattino e le 15);

– indossare abiti molto coprenti e cappelli a tese larghe;

– utilizzare protezioni solari alte per le aree del corpo che rimangono ugualmente esposte.

– se si utilizzano farmaci topici lavarsi accuratamente e in maniera prolungata le mani dopo ogni uso ed evitare l'esposizione al sole.

Fortunatamente i protettivi solari attualmente in commercio devono rispondere a requisiti che prevedono anche la protezione nei confronti degli UVA i quali pur non essendo in grado di bloccare efficacemente l’intero spetto degli UVA, offrono nei confronti di queste radiazioni una protezione pari ad almeno ad 1/3 del fattore di protezione dichiarato.


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