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Immagine del redattoreFarmacia Giglioli

Prime pappe: guida allo svezzamento.


Il termine svezzamento (che indica più propriamente l'abbandono definitivo del latte materno o artificiale) è affiancato sempre più dal concetto di “alimentazione complementare": passaggio da un'alimentazione esclusivamente a base di latte a un'alimentazione fatta di latte e di altri alimenti.


Questa integrazione è necessaria perché il latte, a partire dai 6-8 mesi, incomincia e essere carente in alcune vitamine e minerali. Il graduale inserimento dei vari alimenti colma queste carenze e garantisce un accrescimento regolare. L'allattamento materno, se possibile dovrebbe proseguire fino ai 12 mesi e oltre.


Fino a 6 mesi è bene che il bambino si nutra esclusivamente con il latte della mamma oppure, se manca, con il latte artificiale. Il riflesso innato del lattante, che fa respingere qualunque cosa solida venga introdotta in bocca, scompare gradualmente tra il quarto e il quinto mese di vita e a circa sei mesi il bambino è in grado di deglutire i solidi.


Lo svezzamento segna anche il graduale distacco dalla mamma e fa sperimentare al bambino cibi e sapori diversi, mentre la mamma ha il compito di accompagnarlo a "diventare grande"’.

Ogni neonato ha un suo modo di approcciarsi al cibo solido: alcuni sono curiosi e sperimentano senza problemi, altri hanno difficoltà ad abbandonare il latte materno, altri ancora accettano solo creme e passati. L'importante è rispettare i tempi e le esigenze del bimbo con pazienza. È questo, infatti, il momento per trasmettere ai nostri figli l’importanza di una sana alimentazione, variata e completa. Dal comportamento alimentare nei primi due anni di vita dipende la salute del microbiota del bambino, quel magico mondo di batteri che popola l'intestino e determina il nostro benessere ancheda adulti.


È importante non fissare fin dall'inizio schemi troppo rigidi, per numero, quantità e orario dei pasti. Non esiste un modo "giusto" di introdurre i cibi solidi nella dieta. Sarà fondamentale il consiglio del pediatra affinché la combinazione dei diversi nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali) sia bilanciata, in modo da evitare carenze o eccessi.

Inizialmente gli alimenti complementari (alimenti diversi dal latte) andranno offerti una sola volta al giorno.


Dopo 4-8 settimane si inserisce il secondo pasto, in funzione della risposta del bambino e preferendo la settima-ottava settimana nel caso di un bambino allattato artificialmente.


Verso i 9 mesi possiamo aggiungere uno spuntino di frutta a metà mattina, infine dopo i 12 mesi, si aggiunge 1 merenda nutriente 1-2 volte al giorno.


La prima pappa è il brodo vegetale al quale aggiungere zucchine, carote e patate, per poi passare ad aggiungere bietolina, sedano e qualche foglia di lattuga e spinaci inizialmente passate.

Al brodo vegetale si potranno poi aggiungere:


-Una quota di carboidrati. Crema di riso o farina di mais e tapioca, da 1 a 3 cucchiai in totale. Possono essere utilizzate da subito anche le farine che contengono glutine, come le farine multicereali ed il semolino di grano.


-Una quota di proteine. Si potranno utilizzare carne e pesce freschi o liofilizzati o omogeneizzati, inizialmente mezza porzione successivamente incrementata. È bene variare fin da subito la fonte di proteine, proponendo, in alternativa a carne e pesce, anche uova (strapazzate o sode), passato di legumi (qualunque tipo) e

formaggi (possibilmente formaggi freschi);


-Una quota di grassi. 1 cucchiaino o 2 di olio evo da aggiungere sempre a crudo.


Fondamentale è non aggiungere mai sale o zucchero alle pappe per non abituare il bambino a un gusto troppo salato o dolce, condizionando il comportamento alimentare futuro che può risultare dannoso per un aumento del rischio di sviluppare obesità, diabete, ipertensione.

A completamento viene introdotta la frutta fresca grattugiata rigorosamente biologica e di stagione, oppure come omogeneizzato ma senza zuccheri aggiunti.

Quando si sarà abituato alla pappa, sarà importante diversificare la proposta, dando al bambino la possibilità di sperimentare nuove consistenze e nuovi sapori.

Intorno all'anno di età o poco dopo il bambino dovrebbe condividere il proprio pasto con il resto della famiglia.

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