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  • Immagine del redattoreFarmacia Giglioli

Alimentazione e Trombosi.


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Che cos’è la trombosi?

La trombosi è la terza malattia cardiovascolare più comune e comprende due condizioni particolarmente gravi l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda.


A determinarla è la presenza di un trombo, dal latino thrombos = grumo, ovvero di un coagulo di sangue che aderisce alle pareti dei vasi, siano essi arteriosi, venosi, capillari o coronarici (che provvedono all'irrorazione sanguigna del cuore). La presenza di questo coagulo è una condizione potenzialmente grave, poiché se raggiunge dimensioni significative può ostruire il lume del vaso e bloccarne il flusso. La condizione peggiora ulteriormente quando i trombi vanno ad occludere grossi vasi arteriosi, privando di ossigeno e nutrimento parti più o meno importanti di organi vitali, fino a causarne la necrosi, come nel caso di ictus, infarto, gangrena dell'arto.

Solitamente, i trombi si formano più facilmente nelle gambe, tuttavia è bene tenere a mente che qualunque vena o arteria può essere interessata da trombosi. Riconoscere i sintomi della trombosi venosa può non essere semplice, in quanto generalmente tendono a manifestarsi quando si sono già sviluppate complicazioni più severe. I campanelli d’allarme possono essere: aumento di volume, sensazione di calore, intorpidimento e arrossamento della zona o dell’arto interessato. La presenza di questi sintomi non dovrebbe essere presa alla leggera, e qualora si verificassero è opportuno consultare uno specialista. Anche dispnea (dunque difficoltà respiratorie), che siano a riposo o sotto sforzo, alterazioni improvvise del ritmo cardiaco, e tosse con tracce di sangue e dolore toracico o generalizzato, sono sintomi che possono segnalare una possibile presenza di emboli a livello polmonare.


Alimentazione

La percentuale di rischio di insorgenza di trombosi può combattersi soprattutto a tavola minimizzando la possibilità di insorgenza di ictus e infarti, in questo caso è proprio il caso di dire “prevenire è meglio che curare”. Il miglioramento della situazione economica e la conseguente maggiore disponibilità di cibi, hanno modificato le nostre abitudini alimentari, tendendo a sbilanciare la nostra dieta verso un eccesso di consumi. In sostanza molti di noi mangiano più del necessario, per gola, e a tavola compiono errori che a lungo andare penalizzano la salute. Numerose indagini scientifiche e ricerche epidemiologiche internazionali hanno dimostrato che una corretta alimentazione è il primo passo per la prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari da trombosi. Ciò non significa mettersi a dieta, piuttosto modificare positivamente le proprie abitudini alimentari.


Una dieta in grado di ridurre il rischio di trombosi si basa sulla classica dieta mediterranea, ovvero sul consumo di frutta, verdura, olio di oliva e pesce. Verdura e frutta sono da consumarsi in abbondanza in quanto alimenti ricchi di acido folico, una vitamina in grado di ridurre nel sangue la quantità di omocisteina, sostanza pro-infiammatoria che aumenta il rischio di trombi. Tra questi sono da preferire quelli ricchi di salicilati (principio attivo dell'aspirina) con funzione fluidificante tra cui: agrumi, albicocche, prugne, ananas, melograno, frutti di bosco, pomodori, ravanelli, cicoria. Sono invece da tenere sotto controlli tutti i vegetali ricchi di vitamina k, con azione coagulante come: prezzemolo, broccoli, cavolo, cavolfiore.


Importanti sono anche le fibre come quelle contenute in pasta e pane integrali capaci di rallentare l’assorbimento dei grassi e la concentrazione del colesterolo cattivo. Senza grosse precauzioni in termini di quantità può essere, poi, consumato il pesce, almeno tre volte a settimana, soprattutto quello azzurro che contiene acidi grassi omega-3, potenti antinfiammatori capaci di ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue e quindi di limitare la formazione di coaguli. Molto utile allo scopo è anche il consumo dell’olio extravergine d’oliva in quanto contenente composti polifenolici antiossidanti in grado di contrastare l’ossidazione dei lipidi coinvolta nella patogenesi della malattia. Da assumersi, seppur con la giusta cautela, sono poi il vino ed il tè verde ovvero bevante ricche di antiossidanti capaci di inibire l’ossidazione del colesterolo LDL nelle arterie, diminuire i livelli di fibrinogeno e di fattore VII della coagulazione. Sono invece da evitare cibi raffinati e preconfezionati, carni rosse elaborate come salumi ed insaccati, poiché hanno un contenuto in acidi grassi saturi elevati che favoriscono l'aggregazione piastrinica e quindi determinano un aumento del rischio di trombosi, fritti, formaggi stagionati che aumentano l'apporto di colesterolo cattivo e trigliceridi, superalcolici, e uova, ricche di vitamina K.




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